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L’ascesa e la caduta dell’Egitto: La passione di Cleopatra
Monologo di Marco Antonio collegato all’orazione funebre del “Giulio Cesare” di Shakespeare
(Il narratore introduce la scena dove si inserisce il Monologo di Marco Antonio. Sul palco non c’è niente se non una statua alla destra del pubblico. È la statua di Iside. Lo sfondo è il castello di Soliera sotto l’obelisco di Cleopatra)
Siamo ad Alessandria d’Egitto, il primo giorno del mese successivo a quello dedicato a Giulio Cesare. L’anno è il 30 a.C.. Sono passati pochi mesi dalla sconfitta di Marco Antonio e Cleopatra ad Azio contro Ottaviano.
Marco Antonio e Cleopatra si sono ritirati nella città di Alessandria, aspettando con agitazione e dolore l’arrivo dell’esercito romano. Marco Antonio ha tentato il suicidio dopo che era venuto a conoscenza della morte di Cleopatra. Agonizzante e prossimo alla morte viene a scoprire invece che Cleopatra è ancora viva. Decide di vederla, così si fa trasportare fin sopra alla finestra del mausoleo in cui si è nascosta Cleopatra insieme alle sue ancelle. La porta è chiusa. Una volta che si trova davanti a Lei, tiene un ultimo difficile e toccante discorso per cercare di riconquistare il cuore della donna amata, che non vuole più vederlo.
(Entra sulla sinistra in fondo Marco Antonio. Entra strisciante perché ferito e ormai prossimo alla morte. Il suo discorso comincia con la tecnica oratoria della scuola anseatica. Una tecnica retorica che poi perderà nel seguito del suo discorso.)
Strisciante come una serpe vengo ad assediare il tuo seno per l’ultima volta, mia dolce Cleopatra.
Vengo a te pieno di un veleno che tu stessa hai preparato e mescolato nel mio corpo, nella mia mente e nel mio cuore.
Non desistermi, abbracciami e cullami nella trappola mortale che mi hai preparato fin dall’inizio.
Lo senti? Suona soave un canto di giubilo per Iside.
(Cleopatra di scatto si mette con il viso di profilo, come nelle pitture egiziane. Il suo corpo rimane in asse e composto come se fosse una statua. Il suo viso è preoccupato. In quel momento Marco Antonio rivede il volto di Cleopatra e si commuove)
Eccomi. Prendimi. Accogli un altro capretto sacrificale per la Somma Divinità,
come hai fatto con Cesare anni fa nel silenzio della mia complicità!
Guardami! Come posso recarti alcun torto ora?
Stringi fra le tue braccia questo corpo agonizzante che cerca il tuo calore per un’ultima volta.
(Marco Antonio si arrende muovendo un senso di colpa nel cuore di Cleopatra. Lei si commuove e lo abbraccia sempre in modo plastico come se fosse una statua. I due rimangono di profilo. I loro “pesi” si devono equilibrare. Cleopatra rimane in una posizione verticale mentre Marco Antonio in posizione orizzontale. Sono lo stipites e il patibulum di una croce. Alla destra si vede la statua. Cleopatra rimane fuori dal palco, mentre Marco Antonio è sul palco).
Come sono lisce le tue braccia e sfuggevoli le tue mani.
Stringimi ancora più forte amore mio, dolce amore,
come fa un cobra con la sua preda
prima del suo fatidico morso mortale.
Affonda i tuoi acuminati e taglienti inganni sul mio collo,
come avete fatto a Pompeo quando è venuto a chiedervi aiuto.
(Cleopatra sente come se qualcuno avesse puntato un pugnale nel suo cuore e piange ma in modo plastico. È sempre nella stessa posizione iniziale.)
Non piangere! Non piangere, Cleopatra. Sorridi invece insieme a me.
Guardandoci infatti rivedo Cesare morto sotto la statua di Pompeo.
Oggi muoio io, sotto un’altra statua del più grande avversario della mia vita.
Muoio sotto di te, Nea Iside, Regina dei Re.
Tu sei una statua, morta e sepolta da quando mi hai tradito ad Azio.
(Cleopatra rompe la sua plasticità ed esce dalla posizione iniziale. Si muove come se fosse stata pugnalata mortalmente. Sale sul palco e il suo sguardo è verso la Statua ed è uno sguardo di terrore. Marco Antonio allora rompe la sua retorica e parla con il cuore aperto senza nasconderle niente.)
In nome di che cosa? Perché hai fatto questo a me, a noi?
Dovevamo adempiere al sogno di Alessandro Magno di completare il suo regno partendo dall’Epiro stesso!
Per questo abbiamo scelto Azio. Non ti ricordi?
Mi parlavi delle nozze di Alessandro d’Epiro e Cleopatra, sorella di Alessandro Magno.
Nozze in cui si è consumata la congiura contro il padre Filippo, incoronando Alessandro Magno come Re.
Pensavo di essere io tuo fratello Alessandro, ma invece ero solo Filippo.
Nell’ombra tu e Ottaviano avete congiurato contro di me.
Ero troppo forte e ingombrante per te
e il tuo sogno di riportare alla luce lo splendore dell’antico regno d’Egitto.
Hai preferito assecondare il più debole tra me e Ottaviano.
Per questo hai scelto una battaglia navale e non su terra dove ero più forte!
Non hai voluto fare lo stesso errore commesso a Filippi.
(Cleopatra si gira verso Marco Antonio che l’ha messa a nudo, l’ha smascherata. Lui la guarda negli occhi e fa una profezia solenne e potente.)
Non ti illudere, però. Ottaviano non cadrà nella stessa ragnatela mortale di Iside…
sarà l’Egitto a cadere, in un sonno profondo.
(Cleopatra cade a terra disperata e il suo viso è nascosto. In quell’istante Marco Antonio con fatica cerca di stare in piedi, ora è più in alto lui.)
Non ti condannare per questo, né io condannerò te per tutto il male che mi hai fatto. Io…ti amo.
Finché avrò respiro e vita lotterò per te.
Lotterò per liberati dalle catene della tua prigione!
(Marco Antonio continua con voce affettuosa e Lei volgerà il suo sguardo verso di lui. Uno sguardo da innamorata)
Se tu vedessi i tuoi occhi Cleopatra. I tuoi occhi sono accecati dalla falsa luce di Iside.
La sua luce ha ingannato gli uomini e le donne più valorose della storia.
Ha ingannato anche te mia povera Cleopatra. Sia maledetta Iside!
Se solo Cesare mi avesse messo in guardia da questo spettro seduttore e ammaliante.
Sia maledetto anche Cesare!
Ma nulla è perduto ancora, amore mio.
Ora che abbiamo aperto gli occhi,
possiamo spegnere insieme questo antico fuoco misterioso e vendicativo!
Preghiamo per il sorgere di una nuova Luna.
(Marco Antonio indica un punto sulla destra del palco verso il pubblico.)
Ecco, la vedo già sorgere durante il giorno.
E quando sarà di nuovo notte, sarà rivestita dalla luce di un nuovo sole che nascerà presto nei cieli.
Tutti si dimenticheranno di te, Iside.
Ritornerai solamente negli ultimi giorni in sella del cavallo nero Bucefalo
per gridare i tuoi ultimi gemiti di dolore a causa della tua condanna all’oblio eterno.
Salirai da Muscat e cavalcherai per quell’Arabia,
che Alessandro stesso era intenzionato a conquistare prima di morire.
L’Arabia, dove tu, Cleopatra hai cercato rifugio e speranza
dopo che sei fuggita dalla battaglia lasciandomi da solo.
(Marco Antonio non lo fa per rattristire Cleopatra dato che l’ha già abbattuta, ma per spingerla a dimostrare affetto nei suoi confronti. Alimenta questa sua intenzione umiliandosi a sua volta, mostrando tutta la sua vulnerabilità.)
Accarezzami Cleopatra. Accarezza l’uomo che credeva di essere un Eracle
così potente da assoggettare tutto il mondo ai suoi piedi.
Solo ora comprendo che se si vuole essere Re dei Re di questo mondo,
non lo si può prendere sotto i piedi, neanche fra le braccia.
Il mondo è un peso enorme da portare sulle spalle.
Così pesante che nessun uomo ha la forza di resistervi!
Il successo e il potere accecano anche le menti più brillanti!
Chi? Chi può salvarci da questo triste e crudele destino?
Quando ero in Giudea ho sentito parlare di un Re dei Re glorioso venire da oriente.
Il mio Oriente a cui ho dato il cuore, oltre che la spada.
Lo perdo e nessuno si ricorderà più di me.
Ma questo Re dei Re regnerà per l’eternità
e il suo regno universale sarà un regno di pace.
(La statua traballa)
Sarà lui il nuovo sole che darà calore e speranza ai viventi di questo mondo che sta crollando.
Vieni…vieni presto e non tardare…
(La statua cade giù. In modo sincronizzato cade giù anche Marco Antonio e muore. Il rumore del tonfo della caduta della statua coincide con il rumore della caduta di Marco Antonio. Cleopatra l’abbraccia e piange. Lei poi si calma, si fa seria e con lo sguardo verso il pubblico)
Marco Antonio morì fra le braccia di Cleopatra.
L’esercito romano assediò il palazzo e Cleopatra fu fatta prigioniera. Cercò invano di suicidarsi. Ottaviano personalmente si recò da lei e lei lo ingannò facendogli credere che sarebbe voluta restare in vita. Cleopatra, dopo aver salutato la tomba di Antonio, sepolto con le sue stesse mani, riuscì ad uccidersi col veleno d’aspide. Si dice che fu fatta seppellire a fianco del suo innamorato Antonio.
Commenti nel tempo a seguito della scrittura del monologo:
Sono molte le fonti da cui sono state estrapolate le informazioni per scrivere il monologo. Una delle fonti è “La vita di Antonio” di Plutarco. Il testo è una rielaborazione verosimile delle vicende degli ultimi difficili decenni prima dell’arrivo della Madre di Gesù Cristo che nel tempo ha preso il sopravvento sulla donna più importante e amata del tempo: la divinità Iside. I templi dedicati ad Iside verranno riconvertiti nel tempo in cappelle e chiese dedicate a Maria.
L’evento del monologo (30 a.C.) è specchio dell’avvento messianico del Cristo (30 d.C.).
Il monologo si intreccia con la storia di Alessandro Magno e con le ultime vicende di questi anni.
Ringraziamenti:
Luca Alessi
Arianna
Laura Righi
Costumi:
Antonietta, Agata, Monia, Daniela, Anna, Emanuela
Fotografia:
Martina Corradi e Jennifer Reggiani
Video:
Luca Reguzzoni