Lorem Ipsum dolor sAnalisi del monumento lancia di fuoco II di Pomodoro a Soliera

 

Questo monumento che si trova a Soliera è una copia similare ma minore della lancia di fuoco che si trova a Terni. Quest’ultimo è alto 30 metri mentre quello a Soliera è alto 7metri. Sembrano simili ma in realtà hanno due nature che le rendono differenti. La versione solierese è più accessibile non solo per la sua dimensione ma anche per i messaggi che veicola. L’obelisco è una fusione fra un obelisco tradizionale e una piramide. L’obelisco tradizionale simboleggia il raggio di Ra, il dio Sole che illumina la terra che a sua volta riflette questa luce. La base di questa opera non è più un quadrato come era l’obelisco precedente e come sono le piramidi, ma è un triangolo equilatero. La conformazione di questo obelisco è infatti quella di un tetraedro con un vertice esteso in altezza. Il tetraedro è un solido platonico e significa “fuoco”. Per questo viene chiamata “di luce” e questa luce è da considerarsi come una luce che viene dal fuoco. Questo obelisco si presenta come una punta di una lancia e l’asta non è altro che l’obelisco che c’era precedentemente. Infatti, quest’opera non è da intendersi come staccata da quella precedente ma è la sua continuazione. Siamo sempre in Egitto perché questa stratificazione dell’obelisco-piramide ricorda come la stratificazione delle classi sociali della piramide egiziana. In particolare, qui sono stati indicati quattro strati e noi ovviamente siamo quello minore. Per questo la base di questo obelisco, e quindi il primo strato, è alto 2,2metri. Questo lo capiamo perché “i meccanismi che sorreggono questo obelisco-piramide” sono messi in rilievo solo in questa fase. Siamo noi che sorreggiamo il tutto. Questi meccanismi dello strato inferiore sono caotici come è il nostro mondo. Questo obelisco-piramide è da intendersi come un meccanismo che è rivestito da delle lastre di acciaio di colore diverso. Più delle volte le opere di Pomodoro possono essere lette così: come dei solidi semplici composti da meccanismi interni che l’autore lascia intravedere. Nella base la lastra è dietro e i meccanismi sono fuori, mentre negli altri strati le lastre lasciano intravedere alcuni meccanismi sottostanti o lasciano vedere totalmente i meccanismi ordinati e chiari. Queste ultime rappresentano il mondo più alto ovvero certe aziende e certi personaggi. Il vertice è chiaro senza linee o segni particolari. I meccanismi sembrano sparire, non ci sono uomini. Il vertice è puro e legato alla divinità. Il triangolo è una figura deformabile e perciò associata a Dio. La piramide classica egiziana lasciava intendere solo agli altri uomini la divinità del faraone. Questo obelisco-piramide non solo fa questo ma fa intendere anche che la divinità deve essere vista dal cielo. Il lato di questo triangolo è lungo 1 metro e anche questo rimanda all’1 che è Dio. L’altezza è 7 metri e anche questa è una misura simbolica: 7 è legato all’infinito. Per questo quanto piccolo possa essere questo obelisco-piramide in realtà si estende all’infinito verso il cielo, ferendo con la sua lanca di luce-fuoco. Può essere letto quindi da questo punto di vista come una nuova torre di Babele. Dato l’elemento di luce che viene sottolineato può essere visto come una rivisitazione di una piramide degli illuminati. La base siamo noi, mentre la parte soprastante sono gli iniziati o persone importanti che sono nascosti quasi totalmente da questa lastra di acciaio. La parte superiore è ben visibile mentre il vertice viene lasciato a una sorta di divinità o dimensione spirituale. La scelta del materiale e la tonalità rendono l’opera fredda e pungente in tutti i sensi. E’ un fuoco freddo!me

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